Gli anni della sperimentazione

L’AFFRESCO

Tra il 1985 e il 1987 Fontanella si reca spesso al Macef di Milano, nota fiera campionaria che vanta un’importante sezione dedicata all’arredamento, dove l’azienda di argenteria per la quale lavora ha un proprio stand espositivo. In una di queste preziose occasioni, passeggiando fra gli stand della fiera, si sofferma a guardarne uno in particolare in cui, fra i vari complementi di arredo, vengono proposti alcuni grandi affreschi. In quel momento intuisce che le sue mani sarebbero capaci non solo di riprodurre quello che vede, ma probabilmente di creare qualcosa di ancora più bello. 

Appena tornato a casa inizia subito a fare ricerche e a studiare questa tecnica. Nei ritagli di tempo si chiude in garage a sperimentare materiali, supporti e soggetti. Sei mesi dopo torna in fiera con un book fotografico per proporre quanto realizzato. Anche se sul momento il suo lavoro sembra poco apprezzato, qualcosa scatta in chi ha osservato quelle foto e la sera stessa arriva una prima commissione.

Alla fiera successiva decide di portare con sé alcuni dei suoi affreschi, così da esporli tra le opere in argento.

Un’importante azienda di arredamento padovana nota questi dipinti, che spiccano per bellezza fra tutte le novità della fiera e, nonostante avessero già il loro “affrescatore” di fiducia, Franco Fontanella viene assunto e lavorerà per loro per molti anni, fino al 2001.

In questa sezione troviamo alcuni tra i tantissimi affreschi che l’artista ha dipinto negli anni e che sono andati ad impreziosire residenze in Italia e in tutto il mondo, dalla Russia ai paesi Arabi. 
Uno tra questi invece, la riproduzione di un particolare della Sibilla Delfica dipinta da Michelangelo Buonarroti nella Cappella Sistina, è stato dipinto a scopo didattico e illustra le varie fasi dell’affresco.

L’affresco e l’amore per la sfida

La tecnica dell’affresco conosciuta e messa in pratica nei secoli passati è oggi eseguita da pochissimi artisti, così pochi che in Italia forse si possono contare sulle dita delle mani quelli che non solo sanno applicarla, ma che la esercitano come mestiere.

L’amore dell’artista per questa tecnica è viscerale, non solo perché l’ha utilizzata per anni facendone il suo mestiere, ma per la sfida che essa rappresenta. Essendo rimasta una tecnica immutata nel tempo, l’affresco è da sempre una vera e propria prova per ogni artista che vi si cimenti.

Il tempo: la sfida è innanzitutto contro il tempo.

Occorre essere pittori di getto, veloci e dalla grande abilità tecnica. La preparazione dell’affresco è come un rito, fatto di procedure, che, per Fontanella, si effettuano nel silenzio e nella concentrazione, rigorosamente da soli. Quando la superficie di intonaco è pronta, il tempo della lavorazione è una finestra di non più di cinque o sei ore nelle quali niente e nessuno deve disturbarlo, perché in questo arco temporale deve portare avanti l’opera fino a coprire tutta la superficie preparata.

Si può infatti lavorare solo finché l’intonaco è umido, da cui il nome “a fresco”.

Queste sono le ore più belle: le ore della creazione silenziosa, in cui il pennello scorre sulla superficie materica e in cui, operando velocemente, si può ottenere un bellissimo sfumato come se si stessero usando colori ad olio. 

Nell’affresco non è possibile fare un ritocco ogni qualvolta se ne senta il bisogno, anche a distanza di ore, come si fa con l’olio, ad esempio. Questo perché ciò che non aderisce direttamente all’intonaco umido è destinato a rovinarsi irrimediabilmente nel tempo. Infatti solo i colori che vengono posti direttamente sulla superficie umida dell’intonaco subiscono il processo di carbonatazione: la calce contenuta in esso forma una pellicola che fissa stabilmente i colori, così a lungo che la loro bellezza può durare per secoli.

Aver fatto questo mestiere per tanto tempo ha dato dunque all’autore anche una forma mentis ben precisa: preparare tutto nei minimi dettagli, avere un’idea chiarissima di ciò che si deve fare e aver fiducia in sé stessi, nelle proprie capacità, perché questo è un tipo di lavoro in cui “è buona la prima”. Sempre.